I mantovani Sandro e Alessandra Sutti promotori del progetto internazionale
Le microplastiche, una delle più importanti minacce ambientali emergenti. Prende il via oggi un progetto internazionale ideato dai mantovani Alessandra e Sandro Sutti assieme a collaboratori australiani per consentire a studenti, docenti e cittadini di tutto il mondo di diventare cacciatori di queste particelle. Per approfondire il tema, sono stati organizzati webinar formativi in lingua inglese e in lingua italiana rivolti agli insegnanti. Saranno loro, a partire dalla prossima primavera, a formare gli studenti che aderiranno al progetto. Cosa sono le microplastiche? Sono corpuscoli di plastica più piccoli di cinque millimetri che vengono ritrovati sempre più spesso in aria, in acqua e nel terreno, in ogni angolo del pianeta. Costituiscono un pericolo serio per tutti gli ecosistemi. Possono accumulare sostanze chimiche nocive, essere scambiati dalla fauna per plancton e così entrare nella catena alimentare che può arrivare anche all’uomo. Capire la distribuzione delle microplastiche è fondamentale alla mitigazione degli effetti che queste possono avere. I dati in merito sono alquanto incompleti. Per questo, la professoressa Alessandra Sutti e l’ingegner Stuart Robottom, entrambi afferenti alla Deakin University (Institute for frontier materials) in Australia, insieme col il professor Sandro Sutti, fondatore della rete mantovana di scuole Labter- Crea e coordinatore nazionale di Globe Italia, hanno ideato e sviluppato una procedura che permette di ricercare le microplastiche nelle acque superficiali in maniera semplice e poco costosa, ma con il rigore scientifico necessario affinché i risultati siano considerati validi e affidabili. La procedura è nata pensando principalmente alle scuole, per sensibilizzare gli studenti. È nato così il progetto internazionale “An accessible microplastics monitoring protocol” finalizzato a illustrare la procedura ai docenti della rete di scuole europee- eurasiatiche del Globe program e invitarli a testarla con i loro studenti: l’obiettivo è di arrivare, dopo una prova su strada, a sottoporre all’approvazione delal Nasa e della Noaa (National oceanic and atmospheric administration), che coordinano il Globe program, una nuova proposta di protocollo, scientificamente valido a livello mondiale, per la ricerca delle microplastiche nelle acque superficiali. La risposta è stata imponente: 56 docenti da dodici paesi (Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Olanda, Slovacchia, Spagna, Svizzera, Ucraina), una ventina di insegnanti italiani e alcuni coordinatori nazionali della rete Globe seguiranno, da oggi, i webinar di formazione in lingua inglese. In marzo si terranno i corsi in italiano, per i quali si sono appena aperte le iscrizioni. In marzo e aprile, i docenti formeranno i loro studenti, che effettueranno i campionamenti delle acque, eseguiranno le analisi e registreranno i dati rilevati. In giugno tutti i partecipanti condivideranno i risultati ponendo le basi per una banca dati mondiale . I coordinatori hanno ricevuto manifestazioni di interesse da una importante istituzione con base a Chennai (India) nonché da scuole statunitensi. Si sono inoltre interessati al percorso di ricerca proposto scienziati di importanti centri di ricerca come il Joint research centre della Commissione Europea di Ispra. —